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Cosa significa per te essere giornalista e scrittore?
Essere me stesso, essere libero, entrare nelle cose e viverle. La figura da giornalista la interpreto cercando di essere il più politically correct stando sul pezzo e rispettando sempre un equilibrio dei fatti staccato dalle opinioni. Il ruolo di scrittore è quello che mi "svuota la mente", mi libera dalle ansie, mi fa ancora sperare.
Cos'è per te un romanzo?
E' un rincorrersi di eventi, un viaggio nei tempi, una catena di emozioni. E' la vita che scivola sulla carta.
Quando hai sentito di esser stato morso dal talento per la prima volta?
Ammesso che di talento si tratti... sicuramente dopo il percorso universitario il mio primo pezzo firmato su un giornale. Lì ho capito che la strada poteva cominciare, ma dipendeva (e dipende, soprattutto) sempre da me.
Che percorso hai fatto per arrivare dove sei?
Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione all'Università La Sapienza di Roma e nel 2005 sono diventato pubblicista dopo una faticosa, intensa ma divertente gavetta sui campi sportivi di Roma. Da lì uno stage per Repubblica.it, poi l'ambizione e il coraggio provare a dir la mia.
Fisso o precario (come stato mentale, non solo come dato di fatto)?
Tendo al fisso perché il precariato, per mia natura, mi rende instabile (anche se più libero di sviluppare la mia creatività).
3 aggettivi per definire L'Italia e gli italiani.
Unica, infantile, opportunista.
Cosa manca secondo te al nostro paese per essere migliore?
Meritocrazia, innovazione (dall'alto), capacità di slegarsi dai pregiudizi.
Cosa significa avere un figlio nel 2010?
La grande emozione, la più bella, si unisce ai pericoli di una società a rischio di estinzione dal punto di vista etico e lavorativo (nel senso vero della parola, esclusi i co.co.co...)
Libro della tua vita?
Aspettando Godot.
Satellite o generalista?
Satellite.
Il tuo rapporto con la politica?
Di non belligeranza. Interesse sulle questioni pratiche, diffidenza sulla politica urlata dell'ultimo decennio.
Il tuo rapporto con la religione?
Solitario. Trovo meditazione nelle chiese durante il periodo mattutino. La religione è comunque un punto di riferimento. E importante.
Tg, quotidiano o informazione su internet?
Tutti e 3, con stili e consumi adeguati al mezzo che si ha a disposizione. Non trascurando la radio nelle ore serali.
Legalizzazione delle droghe leggere o no?
No.
Lavori con più uomini o con più donne?
Senza distinzione. Dalla pur minima esperienza maturata, che si ravviva di giorno in giorno, le donne sono più determinate e creative, gli uomini pratici (forse troppo).
Preferisci lavorare con uomini o donne?
Mi ripeto, senza distinzione dipende dalle persone, dal loro approccio, dalla loro applicazione. E dalla voglia di aderire ad un progetto.
Un progetto per il futuro?
Ce ne sono tanti... Un giornale su un quartiere importante di Roma.
Un sogno?
Mi tengo quello più reale e più intimo. Un altro sogno è vivere a Venezia, tra le calli, i ponti e la laguna.
Un consiglio a chi vuole seguire le tue orme?
Non mi sento in grado di dare consigli, non sono ancora arrivato, anzi... E qualora lo fossi dovrei ancora camminare... Mi permetto di dire: leggete, innovate, tentate. Sul fantastico libro di Mario Calabresi "La fortuna non esiste" c'è scritto "siate artefici del vostro destino": la penso esattamente così.
Un difetto delle donne d'oggi?
E' comune anche agli uomini: la scarsa voglia di lottare e superare gli ostacoli.
Una città dove vivere e lavorare?
Venezia e Roma.
Stefano in 3 pregi e in 3 difetti
Testardo, romantico, ambizioso.
Le riviste di cui Stefano è Direttore responsabile:
- IL RECENSORE
- GHIGLIOTTINA
.. e la casa editrice di cui è Editore:
- EDIZIONI DELLA SERA