
Da più di trent’anni si è avviato il
processo di femminilizzazione del mercato del lavoro che ha visto cambiare, sebbene in modo molto lento, il ruolo della donna al di fuori di famiglia e società (dove non ha mai abbandonato il primato indiscusso).
Ma la strada da percorrere è ancora lunga e piena di ostacoli! A tal proposito i dati parlano chiaro: difficoltà ad avere un’occupazione e per chi l’ha conquistata a fatica, il maggior problema diventa proseguire la scalata gerarchica, con stipendi che tendono comunque a essere sempre inferiori rispetto a quelli dei cari amici maschietti. Quindi che fare? Semplice: si diventa imprenditrici, dedicandosi a un progetto dove si è padrone di se stesse. In questo modo non è più necessario rendere conto a qualcuno delle proprie intenzioni in fatto di figli o quant’altro, questioni che, seppure severamente vietato dalla legge, in un modo o nell’altro vengono spesso tirate in ballo durante i colloqui, con molta (troppa) nonchalance.
E le imprenditrici hanno successo! In Italia il 30% del totale delle imprese sono di proprietà di donne, grazie anche alle loro capacità di organizzazione, multitasking, precisione e senso pratico che le caratterizza per naturale attitudine.
Un esempio?
Agriturismo.it, sito leader nel settore, rivela che il
62% delle 19.000 aziende agricole autorizzate all’esercizio dell’agriturismo (per chi non è veloce con la matematica parliamo di quasi 12.000 agriturismi)
è gestito da donne e che il futuro è ancor più promettente, garantendoci lo scettro di presenza nella conduzione degli stessi. Nonostante la crisi, nonostante “siamo donne programmate alla procreazione”, le aziende agrituristiche intestate a noi sono sempre più in aumento: ad oggi il 39% contro il 35%, in base a dati Istat 2009.

Ma quali sono le ragioni che portano le donne a optare per una scelta del genere?
Il 31% è spinta dal desiderio di vivere nella natura, mentre il 42% concorda sulla necessità di integrare i proventi agricoli.
E di cosa si occupano esattamente tali imprenditrici? La risposta è semplice: praticamente di ogni cosa!
Sono le regine della cucina (85%) (col nostro senso innato per le prelibatezze), dell’accoglienza (83%) (che si sa, cordiali e gentili come noi non c’è nessuno) e per non lasciarsi sfuggire proprio nulla, eccole addette alle pulizie (96%) anche se, credo, ne farebbero volentieri a meno. Ma le mansioni non finiscono qui, estendendosi anche ad attività di più ampio spettro: il 71% è a capo della gestione dello staff, il 72% della programmazione delle prenotazioni, il 69% in quella di attività ricreative e corsi, mentre il 64% si dedica anche a marketing e promozione.
E agli uomini cosa rimane?
Le attività agricole e di allevamento. Come dire: a ognuno il suo!
Del resto, anche in questo caso, i dati dimostrano in maniera chiara e lampante che la capacità delle donne di innovare, promuovere, gestire e coordinare, oltre che di sviluppare l’azienda, è fonte di successo.
Non resta che domandarci: sono pure felici? Il 94% si ritiene soddisfatta a livello personale, ma solamente il 44% anche a livello economico.
Va be’, piccolo compromesso per aver avuto, almeno, la soddisfazione di trovare il proprio spazio esprimendo al meglio le proprie doti e l’innata attitudine imprenditoriale tipicamente femminile.