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Oggi Giornata Internazionale delle Pace, prosegue il Summit mondiale a New York per fare il punto della situazione sul raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, programmati per il 2015. Il tema più scottante è la diminuzione della povertà.
Simona Lanzoni, Responsabile dei progetti di Fondazione Pangea ricorda il ruolo determinante delle donne nei processi di Pace, sancito dalla risoluzione Onu 1325. Per non dimenticare che la povertà è strettamente collegata alla risoluzione dei conflitti, e che anche in Afghanistan, le donne sono protagoniste della ri-costruzione della Pace.
La Giornata Internazionale della Pace è stata istituita il 30 novembre 1981 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite come giorno di pace e non violenza da celebrare il terzo giovedì del mese di settembre.
Nel 2002 è stata fissata il 21 settembre, diventando il giorno del Cessate il fuoco. La celebrazione di questa giornata sta cominciando a essere sempre più conosciuta e diffusa ma ancora molta è la strada da fare.
Ogni anno il segretario Ban ki moon lancia un appello, quest’anno si rivolge ai giovani affinché si impegnino a favorire la pace e lo sviluppo, l’anno passato l’appello era rivolto al disarmo nucleare e alla proliferazione delle armi di massa. Mi domando quante persone conoscano questa giornata in Italia e quante in Afghanistan.
Oggi chi ha delle armi in mano in Afghanistan si fermerà? Che siano talebani o siano ISAF…poco cambia, la gente comune, donne, bambini, uomini, sono da oltre trenta anni sempre nella miseria e nella guerra, osservando il passaggio delle armi di essere umano in essere umano. E pensare che solo all’Italia questo conflitto costa circa due milioni di euro al giorno.
Quest’anno, il 31 ottobre, si festeggiano i dieci anni dalla nascita della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1325, dedicata alle donne, alla pace e alla sicurezza, affinché siano rispettate nei propri diritti e bisogni durante i conflitti, per essere soggetto motore della prevenzione, della risoluzione e della ricostruzione post conflitto.
In Afghanistan di donne che stanno lavorando per la Pace ne conosco molte, a partire dalle nostre colleghe afghane, che ogni giorno si dedicano a “ricostruire” questo paese con le donne che beneficiano del Progetto Jamila di Fondazione Pangea...
E poi ci sono le attiviste per i diritti umani, anche se ancora troppo poche, alcune di loro stanno lavorando alacremente perché venga lasciato un segno nella storia di questo Paese martoriato di cui si possa veramente andare orgogliose, il segno/sogno della Pace con la UNSCR 1325… Non restiamo a guardare…sosteniamole!
Anche perché la guerra è sempre persa in partenza, indipendentemente da che parte stai, dal posto del mondo in cui sei, da dove la guardi...
Vi invitiamo a seguire lo Speciale Pangea Elezioni Afghanistan
In diretta, giorno per giorno, lo sguardo e le voci delle donne afghane.