Angelica, 25 anni, ha fallito in tutto, tanto che non è nemmeno riuscita a suicidarsi.
Spaventati, e finalmente coscienti, i genitori la fanno ricoverare in una clinica psichiatrica, un manicomio. Qui Aurora incontra molte ragazze come lei e, alcune, messe decisamente peggio.
Autodistruttiva e autolesionista da sempre, la ragazza lotta tutti i giorni contro la dipendenza dalle droghe e dall'alcool.
Inizialmente lo fa per ingannare i medici e riuscire a uscire, ma poi prende coscienza della sua vita fallimentare e decide di guarire per poter ricominciare da capo.
Questa nuova nascita la obbligherà a una scelta durissima e a fare i conti con il suo passato, nonché a chiarire i dubbi che la attanagliano da sempre.
Aurora Frola, piemontese, classe 1982, per il suo esordio ha scritto una storia dura e difficile.
Conosciamo, da subito, la protagonista, una ragazza alla quale, come si direbbe oggi, non mancava nulla. La venticinquenne Angelica, figlia unica di buona famiglia, laureata, si è infilata nel tunnel delle droghe e dell'alcool. Lo ha fatto perché ha un mostro dentro, un mostro che si trascina dietro forse da sempre, che è stato svegliato e alimentato dalla mancanza di amore e dall'amore che è sempre arrivato nella forma sbagliata.
Inizialmente restia all'idea di entrare in manicomio, scoprirà altre che come lei hanno un problema e questo la farà sentire meno sola.
I ricordi non si lavano è una discesa agli inferi, un viaggio nella parte più buia di un essere umano senza punti di riferimento e, quando il lettore pensa di aver toccato il fondo, Aurora Frola lo spinge ancora più giù, senza fermarsi dove altri scrittori avevano deciso fosse meglio non arrivare.
Tutto è angosciante e rende benissimo l'atmosfera che si respira nelle case di cura psichiatrica: la ripetitività dei gesti, le mille parole edulcorate che sostituiscono i termini che fanno paura, l'astinenza dalle droghe di strada contrapposta alla dipendenza creata dalle droghe ospedaliere, la tristezza del giorno di visita e la paura di tornare nel mondo reale che, troppo spesso, è anche peggio di quello all'interno del manicomio.
I ricordi non si lavanoha tutte le piccole “imperfezioni” di un esordio, prima fra tutte l'uso esagerato delle metafore, ma è, ad oggi, uno dei più forti pugni nello stomaco che abbia letto. Un romanzo che, in alcuni momenti mi ha ricordato le atmosfere di Mysterious Skin di Scott Heim.
In bocca al lupo ad Aurora Frola.
2012, Edizioni della Sera
pp.204
prezzo di copertina € 14